The Cure - Testi e traduzioni
Robert Smith ha solo tredici anni quando forma gli "Obelisk", band rock che si ispira alla psichedelia e a David Bowie: lui suona il pianoforte. Quattro anni dopo, nel 1976, è la volta dei "Malice", dei quali è il chitarrista ritmico; in entrambe le band suonano Laurence Tolhurst (Batteria), Porl Thompson (Chitarra) e Michael Dempsey (Basso e chitarra). Con questa formazione si formano prima nel 1977 come "Easy Cure" con Peter O'Toole alla voce e poi, l'anno successivo, come "The Cure" con Robert Smith finalmente cantante.
Da principio trovano produzione in Germania, lavorando per la "Hansa", con la quale rompono i legami in seguito al rifiuto di pubblicare come singolo il brano "Killing an Arab", tratto da "Lo straniero" di Camus. Il 13 settembre del 1978 firmano per la Fiction Records, che non abbandoneranno mai. I Cure, già ridotti a terzetto per l'allontanamento di Porl Thompson, si mettono alacremente al lavoro e a marzo del 1979 danno alle stampe il loro album d'esordio, "Three imaginary boys", seguito nello stesso anno da "Boys don't cry". Inizia a circolare fra gli addetti ai lavori il termine "Dark" e i Cure, con le loro atmosfere lugubri e disperate rientrano perfettamente nell'etichetta, anzi ne diventano i maggiori portavoce insieme ai Joy Division di Ian Curtis. Robert Smith nel frattempo partecipa come chitarrista agli album di Siouxsie e dei suoi Banshees.
Nell'aprile del 1980 esce "Seventeen seconds": la band, che per la prima volta utilizza le tastiere e che ha sostituito Michael Dempsey con il giovanissimo Simon Gallup, raggiunge l'apice della sua arte e diventa una delle band rock più conosciute degli anni '80. In rapida successione escono l'angoscioso "Faith" (1981) e il duro "Pornography" (1982): le liriche di Smith sono sensuali e tragiche, il senso della morte si fa largo più volte nei brani. L'insoddisfazione del cantante si riflette in un turbinio di idee, di mutamenti, di metamorfosi: più volte la band cambierà fisionomia, per aderire sempre alla perfezione alla sensibilità di Smith, quasi un cantautore accompagnato di volta in volta da partners musicali.
Più volte la band verrà considerata sciolta (come nel 1982, quando Smith deciderà, per un periodo, di dedicarsi solo alla chitarra per Siouxsie), altrettante volte risorgerà dalle sue ceneri, molto spesso mutata in qualcos'altro. Come nel 1982, dopo la crisi più acuta, quando l'uscita di "Japanese whispers" segnerà la svolta da gruppo icona del dark a gruppo pop da classifica. Pop che ritornerà dirompente in "The top" e "Kiss me kiss me kiss me", intervallato da quell'album fondamentale che è "The head on the door".
Il gruppo continua a sfornare una media di un album all'anno e nessuno si stupisce quando nel 1989, dopo la fatica del doppio LP "Kiss me kiss me kiss me", esce "Disintegration", forse l'album più famoso dei Cure, l'album che segna il ritorno momentaneo al dark e l'album dove risulta più efficace l'utilizzo delle tastiere. Seguono svariate raccolte, quasi mai eccelse, che anticipano l'ingresso della band negli anni '90, con lo splendido "Wish".
La fine degli anni '80 segna anche la fine di un modo di interpretare la musica, di un'ideologia musicale, di un modo di essere di cui i Cure erano - agli occhi della massa - parte fondante, tanto da elevarli ai gradini più alti di vendita e di successo (il Madison Square Garden esaurito nel 1989 per il concerto dei Cure con i Pixies, altro gruppo fondamentale degli anni '80). Gli anni '90 si aprono all'insegna del suono distorto di Seattle, con Nirvana, Pearl Jam e Alice in Chains a farla da padroni. Robert Smith non si preoccupa, rallenta il ritmo delle uscite e cura l'edizione di molti live. Nel 1996 esce il deludente "Wild mood swings", si parla nuovamente di scioglimento, di crisi.
Nel 2000 esce "Bloodflowers", riflessivo, elegante e sottovalutato lavoro, imperniato sempre più sulla figura di Smith, ormai quarantenne. L'album, composto esclusivamente da lunghe ballate fascinanti e seducenti, non ottiene il riscontro che meriterebbe. La band si lancia in una trionfale tournée mondiale, "L'ultima dei Cure". Lo scioglimento sembra essere certo, per mesi la band scompare da ogni rivista.
A novembre 2001 esce il loro ennesimo "Greatest hits", con due brani inediti. La storia continua...
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